Vi siete mai chiesti come facevamo in Italia, nei primi anni del '900, a conservare i cibi o semplicemente ad avere le bevande fresche ?
Il frigorifero, come lo conosciamo noi, non esisteva ancora anche perchè “la conquista del freddo”, ossia l’invenzione della macchina frigorifera, avvenuta e brevettata nel 1851 dall’americano John Gorrie e poi nel 1915 da Albert Einstein, fu successivamente perfezionata dal tedesco Windhausen, dall’inglese Reece e dal francese Tellier non prima della fine degli anni 30.
Venivano usati dei contenitori a forma di parallelepipedo che, in ambito prevalentemente domestico, assolvevano alla funzione che in seguito avrebbe assunto il frigorifero.
Erano costruiti in metallo e sulle pareti interne erano incollati pannelli di materiale isolante, prevalentemente fatto di fieno e foglie compresse tra due strati di cellulosa.
All'interno venivano sistemati i blocchi di ghiaccio che arrivavano dalle ghiacciaie del nord Italia nelle quali le acque, ad esempio di un fiume, venivano deviate per essere trasformate, attraverso l'azione della temperatura ambientale durante l'inverno nei luoghi freddi, in ghiaccio.
Questi blocchi di ghiaccio mantenevano la temperatura all'interno della ghiacciaia domestica vicina allo zero termico consentendo la conservazione degli alimenti durante i periodi estivi.
Questo articolo è pubblicato nei termini della "GNU Free Documentation License".
Il frigorifero, come lo conosciamo noi, non esisteva ancora anche perchè “la conquista del freddo”, ossia l’invenzione della macchina frigorifera, avvenuta e brevettata nel 1851 dall’americano John Gorrie e poi nel 1915 da Albert Einstein, fu successivamente perfezionata dal tedesco Windhausen, dall’inglese Reece e dal francese Tellier non prima della fine degli anni 30.
Venivano usati dei contenitori a forma di parallelepipedo che, in ambito prevalentemente domestico, assolvevano alla funzione che in seguito avrebbe assunto il frigorifero.
Erano costruiti in metallo e sulle pareti interne erano incollati pannelli di materiale isolante, prevalentemente fatto di fieno e foglie compresse tra due strati di cellulosa.
All'interno venivano sistemati i blocchi di ghiaccio che arrivavano dalle ghiacciaie del nord Italia nelle quali le acque, ad esempio di un fiume, venivano deviate per essere trasformate, attraverso l'azione della temperatura ambientale durante l'inverno nei luoghi freddi, in ghiaccio.
Questi blocchi di ghiaccio mantenevano la temperatura all'interno della ghiacciaia domestica vicina allo zero termico consentendo la conservazione degli alimenti durante i periodi estivi.
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1 commento:
Sono nato nel 54 e a casa mia avevamo ancora una ghiacciaia;io la ricordo bene,a nche se non ricordo quando i miei l'hanno sostituita con un frigo.Era di legno e internamente era rivestita con un materiale che,per quel che ricordo e potevo capire all'epoca,mi pareva alluminio.All'epoca era ancora molto comune che passasse il ghiacciaiolo con il baroccio che trasportava una diecina di stanghe di ghiaccio a forma di parallelepipedo allungato,di circa un metro,forse di più.Il ghiacciaiolo rompeva le stanghe per venderle a pezzi,con un attrezzo apposito che inevitabilmente provocava dei frammenti,che noi bambini "rubavamo" per succhiarli.Altri tempi.
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