Eccomi con una nuova inserzione pubblicitaria datata 1913.
Il Signor Ferrari costruiva e vendeva i primi termosifoni del '900.
In realtà erano come i nostri caloriferi ma utilizzavano il principio fisico chiamato appunto "termosifone".
Infatti il termosifone è il fenomeno per cui in un circuito idraulico si instaura una circolazione convettiva a causa della sola differenza di densità tra volumi di fluido a temperature diverse. Nell'uso comune il termine termosifone si è esteso ad indicare i singoli radiatori o caloriferi, anche se in molti casi l'impianto non adotta il principio omonimo.
Ma come funziona il termosifone?
Si consideri un circuito chiuso ad anello disposto su un piano verticale. Se si scalda una parte laterale del tubo, l'acqua al suo interno diminuisce di densità e tende a salire nella parte superiore dell'anello, spingendo verso il basso l'acqua più fredda già presente.
L'acqua giunta nella parte superiore della metà opposta dell'anello (lato freddo) inizia a cedere calore verso l'esterno, aumentando di densità e scendendo verso la parte inferiore del circuito. Da qui viene richiamata a sostituire l'acqua che a causa del riscaldamento si sposta nella parte superiore, completando il ciclo.
In passato questo principio era largamente sfruttato negli impianti di riscaldamento. L'acqua scaldata dalla caldaia sale verso i caloriferi situati nelle unità abitative. Qui cede calore, aumenta di densità e può quindi scendere nuovamente verso la caldaia.
Negli impianti moderni si preferisce provocare la circolazione dell'acqua per mezzo di pompe, secondo una soluzione definita "circolazione forzata". La circolazione forzata offre diversi vantaggi, tra cui un flusso d'acqua più veloce oltre alla possibilità di alimentare radiatori posti anche alla stessa quota della caldaia o addirittura inferiore, come capita nei piccoli impianti autonomi.
Questo articolo è pubblicato nei termini della "GNU Free Documentation License".
Esso utilizza anche materiale tratto dalla voce di Wikipedia: "Il termosifone".
Il Signor Ferrari costruiva e vendeva i primi termosifoni del '900.
In realtà erano come i nostri caloriferi ma utilizzavano il principio fisico chiamato appunto "termosifone".
Infatti il termosifone è il fenomeno per cui in un circuito idraulico si instaura una circolazione convettiva a causa della sola differenza di densità tra volumi di fluido a temperature diverse. Nell'uso comune il termine termosifone si è esteso ad indicare i singoli radiatori o caloriferi, anche se in molti casi l'impianto non adotta il principio omonimo.
Ma come funziona il termosifone?
Si consideri un circuito chiuso ad anello disposto su un piano verticale. Se si scalda una parte laterale del tubo, l'acqua al suo interno diminuisce di densità e tende a salire nella parte superiore dell'anello, spingendo verso il basso l'acqua più fredda già presente.
L'acqua giunta nella parte superiore della metà opposta dell'anello (lato freddo) inizia a cedere calore verso l'esterno, aumentando di densità e scendendo verso la parte inferiore del circuito. Da qui viene richiamata a sostituire l'acqua che a causa del riscaldamento si sposta nella parte superiore, completando il ciclo.
In passato questo principio era largamente sfruttato negli impianti di riscaldamento. L'acqua scaldata dalla caldaia sale verso i caloriferi situati nelle unità abitative. Qui cede calore, aumenta di densità e può quindi scendere nuovamente verso la caldaia.
Negli impianti moderni si preferisce provocare la circolazione dell'acqua per mezzo di pompe, secondo una soluzione definita "circolazione forzata". La circolazione forzata offre diversi vantaggi, tra cui un flusso d'acqua più veloce oltre alla possibilità di alimentare radiatori posti anche alla stessa quota della caldaia o addirittura inferiore, come capita nei piccoli impianti autonomi.
Questo articolo è pubblicato nei termini della "GNU Free Documentation License".
Esso utilizza anche materiale tratto dalla voce di Wikipedia: "Il termosifone".
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